lunedì 27 febbraio 2012

Mito da sfatare n.1 - Il welfare che funziona

Il nostro viaggio nella Germania REALE parte da una riflessione sul welfare tedesco, perché in Italia sentiamo dire spesso che funziona e che l'Italia farebbe bene a adottare un sistema analogo. In Italia è diffusa l'idea che la Germania abbia un welfare perfetto e convenientissimo perché tutti pagano le tasse, tasse che sono pure molto onerose, e di conseguenza lo Stato può reinvestire molto in programmi di sostegno. In Italia fa comodo far passare quest'idea per due ragioni:

  1. perché da noi c'è una forte evasione fiscale, quindi l'interesse è che passi l'idea che se tutti pagassero le tasse i servizi al cittadino sarebbero migliori 
  2. perché l'intero arco parlamentare italiano non chiede tasse più basse ma meglio distribuite, quindi i politici italiani (esclusi quelli del "meno tasse per tutti") dicono "va bene che le tasse siano alte come in Germania purché però il livello dei servizi sia paragonabile a quello tedesco"
La verità però non potrebbe essere più distante da quello che si crede in Italia, nel resto d'Europa e nel mondo. Infatti non è che il welfare tedesco è perfetto perché tutti accettano di pagare tasse elevate e quindi lo Stato può ridistribuire con più facilità, al contrario: in Germania si pagano tasse elevatissime perché il welfare tedesco funziona alla cazzo di cane e i cittadini, per ripianare i conti, sono costretti a pagare tasse elevatissime. Detto in maniera politicamente corretta: la Germania è la patria di un welfare che causa enormi distorsioni sul piano economico e sociale.

Per esempio, in Germania si ottiene un ottimo sussidio da parte dello Stato se si viene licenziati, di conseguenza il lavoratore che per qualche ragione ha l'interesse a terminare il proprio rapporto di lavoro non lascerà volontariamente il proprio posto ma farà di tutto per essere licenziato. A volte è persino il lavoratore a chiedere a chiare lettere "il favore" al datore di lavoro, una sorta di accordo sottobanco tra le parti e a danno della comunità: in questo modo il datore di lavoro si libera di un peso morto prestandosi al gioco e fornendo quella che di fatto è una motivazione falsa, in cambio il lavoratore sa che vivrà serenamente i mesi successivi al licenziamento, spesato dalla comunità. Avete capito bene, una frode ai danni dello Stato conveniente a entrambe le parti, tanto paga il contribuente. Se venite a vivere da queste parti scoprirete che  nella moralissima e rigorosa Germania accade molto più spesso di quanto si possa credere...

Qualche volta è persino capitato che, trovato l'accordo, l'azienda che aveva dichiarato il falso si sia vista poi denunciare dal lavoratore che aveva proposto l'accordo sulla base delle ragioni (false) del licenziamento. Sapete come va a finire in questi casi? Che se il giudice da ragione al lavoratore l'azienda è pure costretta a sborsare cifre piuttosto alte (dai 10.000 euro in sù). Per questa ragione molte aziende tedesche temono di stringere accordi col lavoratore e, quando possibile, rinunciano del tutto alla possibilità di licenziare. I welfaristi per vocazione se ne rallegreranno - evvia, più lavoro per tutti, allora il welfare tedesco funziona proprio bene! - ma sapete qual è il prezzo da pagare in questo caso? Mobbing, perché le aziende che avranno paura di licenziare a quel punto faranno di tutto per spingere i lavoratori sgraditi alle dimissioni volontarie... Proprio bello vivere nel Paese dove il welfare funziona a perfezione!

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